mental training

Dicono che la performance sia 90% mentale.
Al di là dei numeri, appare chiaro che gli aspetti mentali influenzano enormemente il rendimento sportivo.
L'ansia, lo stress, i pensieri che vagano sulle conseguenze di un errore, i sensi di colpa, le emozioni che prendono piede quando si è in svantaggio: sono tutte condizioni mentali che peggiorano la performance e che possono compromettere una gara.

Da anni si sta sviluppando la scienza di allenare la mente degli sportivi: visualizzazioni e frasi positive sono ampiamente utilizzate in tutti gli sport ma l'approccio della mindfulness sta prendendo piede come migliore strategia per migliorare le performance sportive.
A differenza di altre tecniche di psicologia sportiva, la mindfulness non si pone come obbiettivo il controllo della mente ma la sua osservazione.
L'atleta impara ad osservare le proprie emozioni e pensieri negativi e a non darci peso per ritornare nel momento presente della gara e dare il massimo.

La mindfulness aiuta il raggiungimento dello stato di "flow", il picco di performance sportivo dell'atleta.
Nello stato di flow l'atleta è totalmente concentrato nella sua azione escludendo tutti gli aspetti mentali ed emozionali che non sono rilevanti alla performance.
Numerosi studi scientifici dimostrano che la mindfulness è alla base di questo totale assorbimento, che fa dimenticare anche il proprio sé, nel momento presente e nella sfida da superare.

La concentrazione e l'attenzione sono i pre-requisiti per una performance di picco.
Uno degli aspetti principali della pratica della mindfulness è l'allenamento della concentrazione e dell'attenzione e numerosi studi scientifici dimostrano l'efficacia di questo training mentale.

Gestire le proprie emozioni è essenziale per la performance sportiva. Numerosi studi dimostrano che gli atleti che praticano la mindfulness sono maggiormente in grado di gestire lo stress e le emozioni negative (ansia da competizioni) sia prima che durante la gara.